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5 Luglio 2007
Io Una Sera

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Io Una Sera

Quando il monotono incedere delle tue giornate si scontra con il cambiamento regolare delle attività metabolico-fisiologico-mentali portate da qualcosa di nuovo, tutto cambia, tutto viene visto secondo un’altra ottica… ti ritrovi alla sera ad aggrapparti a pensieri che fluttuano come nuvole di fumo per immaginarie sigarette che si consumano e un pò ti consumano. Guardi la bottiglia di birra con un sorriso ebete, ascolti musica che non pensavi avresti mai ascoltato… ragioni in funzione della giornata successiva alla tua ennesima Estate Ragazzi, ti trovi stranamente impreparato all’inevitabile circolo che, nonostante le premesse poco entusiastiche, ti ha preso ancora una volta… ti trovi a credere che dare, incondizionatamente sia veramente il tuo unico modo di poter vivere, anche in queste piccole cose. I pensieri vagano nella stanza e li vedi agli angoli come ragnatele, sono giorni surreali e un pò magici, quei giorni in cui un piccolo sorriso o una frase detta disinteressatamente ti fanno percepire il tuo reale stato di essenza, distaccato da molte cose. Capita che il ragazzino psicolabile del tuo gruppo ti guardi e ti dica “io sono speciale, ma anche tu lo sei… tutti sono speciali… ma se lo dimenticano… bisogna avere sempre qualcuno che ce lo ricordi”. Ti chiedi chi sia il pazzo in questo mondo che viaggia troppo veloce… ti chiedi se non valga la pena chiudere gli occhi ed aggrapparsi a tutto questo per rimetterti ogni anno al centro e fare quadrato su te stesso… sui piccoli bisogni dei ragazzi di oggi che molti vogliono trasformare in piccoli e precoci adulti forse per paura che abbiano troppa saggezza intrinseca dentro, quella sincerità che ti spiazza. La birra si consuma, i miei muscoli chiedono pietà… li sto sottoponendo ad uno stress che non vedevano da tempo… sveglia presto, lavoro, allenamento e tutto il resto… il resto che speri che prima o poi arrivi. Sono convinto che la strada sia quella giusta… eppure mi ritrovo immancabilmente a percorrere lunghi viali continuando a guardarmi dietro… sperando ci sia qualcuno a seguire quella strada… non so quale sia il bisogno preciso… forse sinceramente ora come ora non mi pongo troppe arzigogolate teorie antropologico-filosofiche a riguardo… forse questi tempi mi ricordano che il momento dell’essere filosofi deve finire… bisogna attendere e attendere qualcosa. Ascoltare il vento che cambia… e aspettare che qualcuno te lo ricordi, davvero, che sei anche tu speciale.

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