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28 Gennaio 2008
Cenere

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Cenere

Riprendere fiato, con calma e lentamente sì.
Appoggiare un’immaginaria sigaretta sul bordo del posacenere, seguire con lo sguardo le evoluzioni di un piccolo pennacchio di fumo e riflettere. Sul fondo, quelle sicuramente più reali e tangibili nella metafora, le ceneri di questo gennaio 2008 che è scivolato via lasciandomi parecchio provato a livello fisico e mentale.
Gli scampoli di questa settimana sono anche quelli del mio attuale lavoro, in giorni che hanno visto il povero “me” sballottato da una prospettiva all’altra, pieno di recalcitranti dubbi e profonde angosce davanti a chi sembra quasi chiederti un atto di fede ogni volta che ti viene proposta una soluzione diversa.
Neanche fossero contratti da nababbi, mi dico io, neanche fossi così stronzo da riuscire a fare sempre e comunque il mio interesse, penso io. Eppure ho incominciato a mettermi nell’ottica, in quella del rimanere a galla nonostante tutto e tutti, perchè io sono una persona viva e vera fuori dalle mie 8 ore lavorative… e il valore aggiunto al mio lavoro lo do proprio perchè cerco anche di esserlo durante quelle maledettissime 8 ore.

Ricapitolando, da febbraio si cambia location si cambiano lievemente necessità e priorità e si cambia aria… si riparte dal prendere il treno la mattina, dal fare il pendolare come non lo facevo dai tempi del liceo. La cosa genera un misto di amarcord e amarezza per quella cazzo di mezz’ora che non mi consentirà di arrivare puntuale dai “miei ragazzi” in palestra. Ma sarà aria nuova e tanto basta a non rimanere col sedere perterra e le mani in mano ancora una volta… nel mentre ci si getta a coltivare il resto, le date col gruppo, i vari progetti.

Gennaio mi ha messo davanti ad un bivio: o impazzire per la mia pretesa a voler necessariamente chiaro e sincero con tutto il mondo, oppure iniziare a guardare primaditutto cos’era meglio per me. E’ stato parecchio difficile, ho passato un weekend a farmi venire le ulcere, come al solito, morso dai dubbi e da sensi di colpa auto alimentati. Ma in questo mondo, alla fine, siamo tutti un pò prostitute ed è bene ricordarcelo, almeno nel mondo del lavoro… alla fine ti ritrovi a guardarti attorno e cercare un punto di riferimento certo quando la metafora del guidare in mezzo alla nebbia non è mai stata tanto vivida quanto in questi periodi.

Ammetto di non aspettarmi molto dalle persone in generale, ammetto che è un modo comodo e utile per difendermi, in questo momento. Non mi nascondo dietro a giustificazioni. Il fatto è che ogni tanto ti rompi le palle e allora ti ritrovi a immaginare di fissare un’immaginaria sigaretta appoggiata ad un immaginario posacenere… con un immaginario pennacchio di fumo che si insinua nell’ambiente e… con delle ceneri
quelle sì.
Reali.

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