E’ successo qualcosa, una molla, un click, a rompere lo stato di diffusa apatia verso le giornate.
Da diverso tempo mi sarebbe piaciuto combinare qualcosa a livello musicale, qualcosa che si affiancasse ai “miei” Nope, che ho sempre considerato il naturale sbocco per tutto ciò che di musicale andavo a pensare, vivere o tradurre. Ed è allora che è scattato qualcosa, qualcosa che ha inizialmente preso piede come un provare, così, a tempo perso, a sviluppare per conto mio dei brani e che, invece, mi ha subito travolto con un’ondata di entusiasmo tale da lasciarmi piacevolmente sorpreso.
I “Death Of Emily Dickinson” nascono così, o meglio, nasce così questa sorta di mio alter ego che si è subito sviluppato come un senso di sollievo, enorme sollievo. E’ saltato un tappo e ho iniziato a ritradurre in musica e parole tutte quelle cose che ho tenuto dentro e che non riuscivo a portar fuori, è stato catartico, è catartico e mi fa stare decisamente bene. Avere il controllo su qualcosa, non so se sia questo o semplicemente sapere che davanti alla chitarra, al basso e alla batteria non mi vergogno di dire assolutamente nulla e riesco a fidarmi, così come riesco a fidarmi con lei.
Il nome non è stato scelto a caso. Adoro Emily Dickinson e la sua poesia così carica ora di aspettative verso la vita, ora quasi rassegnata al pesante incedere degli eventi e l’ho sempre giudicata una sorta di voce di una generazione sempre presente, anche nei nostri tempi moderni. Una generazione forse sotterranea e poco visibile, magari ben mascherata da sorrisi di circostanza e gesti politically correct… ma comunque presente. Ci tenevo quindi ad usare il suo nome, perchè infondo i miei testi, per i quali ho scelto la vecchia consuetudine dell’inglese, nascono proprio con l’intento interiore di non mentire a niente ed a nessuno, spiattellando quello che di confuso o lineare c’è dentro di me.
Costruire i primi tre brani è stato come andare a comporre un puzzle sapendo che il pezzo giusto l’avrei trovato provando e che quando questo fosse accaduto me ne sarei subito reso conto… sono nate così “Constellation” prima “Naked To You” poi e ora che sto scrivendo l’ultima “This Time Hentropy”. Tre canzoni registrate in poco più che una settimana, la netta sensazione che non sia finita qui e la curiosità di vedere cosa sapranno darmi e dirmi, la prossima volta, i miei strumenti.
Un singolare processo in cui quasi mi vedo spettatore di ciò che riesco a tirar fuori, andando ad istinto, ad occhi chiusi, non pensando a quale sia “la scelta giusta” ma confidando nel fatto che quando arriverà saprò riconoscerla.
Questo mi da fiducia, mi da fiducia per tutto il resto.
Ho creato un myspace in cui sto raccogliendo tutti quanti i brani, che sono quindi ascoltabili
http://www.myspace.com/deathofemilydickinson
E i testi delle prime tre canzoni
Constellation
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Sweet whispers living in my mind
consumes me until I’ll find your lie
Sensation chocking all my dreams
come and find me with nothing just your smile
And a scent of constellation
turn you back through your life
you forget you don’t remember
lost in space and time
And a scent of constellation
makes you feel again alive
you forget you don’t remember
path that leads your life
In addiction to my own loneliness
an illusion that let me bleed again
Naked To You
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There’s something you can’t hide here
just looking in your eyes
you get my soul undressed and naked
The past burns out in your words
while you don’t need a key
to come and wipe away my fears
And I am leaving
while you are breathing
And I am screaming
while you are living
And step by step I go through
a world that disappears
I’m loosing all connections here
Your inner touch awakes me
and I can feel I’m here
this light that shines will ever shine
This Time Hentropy
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The Sun you can see is just a neon
placed for make you believe in something new
now you realize that in your life
the more you try changing the more you feel the same
you feel the same
Promises are just like a candle
a blow is enough to let them all die
but we feel safe carrying this lie
hoping one day it just will be enough
it will be enough
All world collapses in shades of black and white
your broken mirror reflexes delusion
you’re just a grain in the garden of universe
with closed eyes you can hear
confusion
Looking so pure in my disgrace
I collect diamonds but there are all a fake
buried in you I’ve find a piece of
something familiar that never ever lie
that never lie
I paint my dreams catching all colors
from my own wounds that don’t make scars
so you will see an hidden universe
slowly expanding exploding and taking form
and taking form