Avete presente quei veri e propri animali da party, animali da compagnia, istrioni delle folle? Per intenderci dico quelli che sono in mezzo alla pista con un dito in alto, catalizzano la folla e non importano se siano troppo scemi o troppo intelligenti, non importa se siano capaci a ballare o si dimenino come anguille agonizzanti. Dico avete esattamente presente quella gente che si trova perfettamente a proprio agio nello scervellarsi per trovare il travestimento adatto, la location giusta, il contesto più accattivante?
Sto parlando proprio di quelli che sanno essere l’anima della festa o anche solo parte dell’anima de “La Festa” (con le lettere maiuscole, che fa più enfasi).
Ecco se le avete presente allora focalizzatele un secondo.
Pensate alle vostre feste, non so pensate a queste persone, magari molto probabilmente voi siete di quelle persone.
Ecco io sono l’anticristo di queste figure qui.
Beninteso come nella migliore tradizione dei film di supereroi, il problema credo affondi nell’infanzia. La differenza è che io non sono affatto un supereroe ovviamente, altrimenti mi sarei già messo su partita iva e giù di fatture di consulenza supereroiristica. Mi domando in quale studio di settore possano finire i supereroi però. Ma non conta ciò.
Un lontano 17 febbraio 1982 c’è stata la mia prima festa documentata. Uno di quegli eventi epocali che ogni genitore si sente il dovere di immortalare con la dovizia di particolari e scatti degni del National Geographic. Insomma infondo un anno lo compi solo una volta nella vita e quella era la mia prima festa di compleanno, tutto tappato sul mio seggiolone, con davanti piazzata una torta con la prima, mitica candelina.
Ecco però l’elemento chiave, fotogramma dopo fotogramma.
Io che osservo la torta e la candelina
Io che mi guardo attorno con circospezione
Io che preso benissimo decido di toccare la fighissima fiamma della candelina
Io che realizzo che brucia
Io che scoppio in un pianto disperato
Maledetta curiosità, ero curioso anche a un anno. A me che me ne fregava della torta, io ero affascinato da quella fiamma così strafiga.
Evabeh come sempre se inizi male con qualcosa, giocoforza gli strascichi te li porti dietro e credo sia da allora che ho maturato questa sorta di diffidenza congenita verso l’elemento-festa, come se dovessi sempre aspettarmi qualcosa, presente, stare sempre all’erta e sull’attenti che non si sa mai. In effetti quest’aria da “antisgamo” me la porto sempre dietro unita al forte senso di disagio generale: magari sono agorafobico, però le situazioni con poche persone le gestisco meglio.
E poi c’è questa cosa per cui io odio ballare. O meglio non è vero che odio, semplicemente mi vergogno come un ladro. Cioè per me ballare è come se qualcuno mi tirasse giù i pantaloni davanti ad una folla oceanica che mi indica. Non ce la posso fare. Poi mi spiace dovermi girare male, come ieri, che provano a tirarti “dai oh balliamo”. Ma che scherzi? Devo aver fatto na faccia tipo gatto che vogliono buttare in acqua.
Mi piace osservare la gente alle feste, anche perchè ho questa camaleontica capacità del risultare abbastanza invisibile (o almeno credo). Cazzo vado al bancone per prendere un cocktail forte della consumazione che il buon Cico ha procurato e la barista ci mette tre ore ad accorgersi che ci sono pure io da servire. Stavo per accendere dei razzi segnaletici quando finalmente, fra chi le chiedeva “ma hai le tette rifatte?” fra chi sbavava sul tavolo del bancone (al che lì io mi sono un attimino preso male visto che avevo i gomiti su quel cazzo di bancone), si è degnata di dirmi “ah ma tu che vuoi?”.
Non ho un buon rapporto anche con chi ti serve da bere si vede! Forse perchè non chiedo se hai le tette rifatte o non guardo in cagnesco i barman senza un perchè. Credo ci siano delle tecniche per farsi servire da bere, se ci sono io non le conosco a parte quella dello sventolare insistentemente il mio tagliandino della consuma e dire “grazie e buona serata” quando mi danno il beverone. Forse si aspettano “grazie e muori”?
Vabbeh io e le feste comunque non ci stiamo molto dentro, ci sopportiamo vicendevolmente con malcelata indifferenza. Che siano di Natale, che siano i compleanni.
Ma la cosa peggiore sono i compleanni,il mio compleanno.
Che non mi si dica che sono noioso, perchè effettivamente lo sono. Ma dove la maggioranza della gente vede un’opportunità per fare casino, io sinceramente non ci vedo tutto sto entusiasmo per un giorno in cui passa un anno, un altro ancora.
E poi diciamocelo chiaramente a me non piacciono queste cose tipo: “Ah è il mio compleanno, facciamo una cena?”
Certo dai facciamo sta cena, figo ci vediamo in un tot e…
“ok ok prenoto io là il menu è 30 euro ci vediamo là”
Eh ok, ma io forse sono rimasto alle elementari quando mia madre mi organizzava le feste, comprava una quantità di schifezze inenarrabile, in casa si poteva FINALMENTE bere della coca cola e mangiare delle patatine (componenti che indicavano, a casa mia, che c’era qualche evento straordinario in atto, tipo lo sbarco in Normandia) e, dicevo, invitava amici amiche amichetti amichette che ovviamente mica dovevano sborsare soldi.
Insomma capiamoci ma io faccio festa dicendo a te di venire lì e spendere tot euri per mangiare tutti assieme? Ma che è? A me non piace questa cosa, già non mi piacciono le feste, figurarsi dover obbligare la gente che inviti a cacciar fuori money.
Sono un cazzo di tirchio maledetto, lo so, la gente normale non se li fa sti pensieri, ma che ci volete fare, tutto è partito da una candelina e vedete dove si può finire se ti parte male il primo compleanno della tua vita?
Che poi, diciamocelo, gli anni li compi ogni anno!