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4 Marzo 2011
Programmi che incutono qualcosa

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Programmi che incutono qualcosa

Io e la tv.
Non abbiamo un buon rapporto. Diciamo che a dirla tutta levata la parentesi di innamoramento infantile in cui ti ammazzi dei meglio cartoni animati, quelli in cui Caterina ti fermava e ti diceva “no prima fai i compiti poi ti guardi i cartoni”, dico a parte questa parentesi, ecco, non me la sono mai filata troppo.

Ironia della sorte la tv sono poi finito a studiarla. E più la studiavo e più la evitavo e più la evitavo e meglio stavo.
Sono arrivato a ridurre il mio consumo giornaliero di tivvù al telegiornale della sera, che mi becco puntualmente ad ogni cena e che la mia famiglia commenta con cori più o meno da stadio ad ogni notizia.
E’ un bell’esempio di tivvù partecipata, con tanto di veementi gesti all’indirizzo di quel che scorre sullo schermo. Io in realtà aspettavo le pubblicità, perchè mi ha sempre incuriosito il modo, le tecniche, i trucchetti… insomma tutto quello che semiologicamente ho appreso eoni fa, spiattellato davanti a me (ho scritto questa frase solo per poter usare la parola “semiologicamente”, perchè mi piace un tot).

Però è capitato qualcosa (sì lo so, vi aspettavate un pippone sulla televisione, tipo che mi mettevo al fuoco col brandy in mano e vi raccontavo la storiella di cazzi e palazzi, invece no, solo logorrea attuale oggi).
Dicevo.
Cazzo di vizio di aprire le parentesi.
Dicevamo. Sì. E’ capitato qualcosa. Cosa?
Mi hanno fatto scoprire la tv satellitare. Cioè il digitale terrestre. Allora mi sono ricordato che sotto avevo uno scatolone enorme che i miei volevano far fuori, che però acceso e messo con una spina attaccato alla corrente, incredibile, funzionava. Bene. Mi sono detto “e guardiamoci sti canali tipo Real Time”. Mi sono detto “sì dai una volta posso guardarlo”.

Dannazione. Ci sono cascato.

Allora dovete sapere che su questi canali qui ci sono dei format (si chiamano così) fantastici, premetto subito che ho intenzione di parlarvi di alcuni di loro e premetto sempre subito che lo farò in maniera del tutto acida e dissacrante, non perchè abbia la spocchia di “ah arriva quello studiato” ma perchè mi sento molto massaia mestruata che si sente in dovere di rimarcare qualunque cosa quando guarda un programma tv. Sono pessimo. Non guardate mai un programma tv con me perchè o mi pigliate per il culo oppure mi ammazzate a colpi di telecomando.

Il primo programma sminchio che ho beccato è stato quello che io ho battezzato “Ciccioni che fanno torte giganti”. Praticamente c’è questo pasticcere che si definisce italoamericano, ma che di italiano ha giusto l’andi da coatto de tor vergata, che ogni puntata deve realizzare delle torte enormi per qualche improponibile cliente. Ovviamente in ogni puntata c’è il progetto spisso da realizzare, più quello secondario, solitamente una tortina più piccola (quindi in grado di far venire il diabete a Gandhi) con cui si bullano di fare del bene realizzando torte per cose socialmente utili, tipo la torta speciale per il poliziotto che va in pensione.
La cosa impressionante è che a lavorare in sto posto sono tutti ciccioni, ma ciccioni spissi. E quando vanno in pausa pranzo si deridono. Cioè in questa puntata c’era uno di loro che per motivi di salute doveva mettersi a dieta e allora veniva sfottuto da uno, che gli dava dell’obeso, quando quest’ultimo sarà pesato si e no mezzo etto in meno! Comunque sti pazzi realizzano con le loro manone bisunte torte che hanno coloranti che non voglio manco sapere cosa ci sia dentro. Fatto sta che la puntata finisce sempre che tutti hanno torte giganti e sorrisi, non ti fanno mai vedere cosa succede il giorno dopo però. Secondo me sono tutti come minimo seduti sul cesso.

Poi ho beccato uno di quelli che piacciono anche a Caterina, cioè quelli che cercano casa disperatamente come se vivessero con un palo nel sedere. Allora di questi ce ne sono di svariati tipi. Perchè da una parte abbiamo il caso in cui ci sono quelli che cercano e dall’altra quelli che vendono. Insomma c’è Paola che fa la consulente immobiliare che se ne va in giro con svariati architetti cercando di appioppare case. La cosa figona è che quando ci sono quelli che vogliono comprare, una volta scelta la soluzione più congeniale fra le tre proposte, si trovano in azione sto tizio lampadatissimo e vagamente effemminato che ribalta la casa del venditore per renderla ancor più appetibile. “Visto? Con pochi ritocchi mirati abbiamo ridato vita alla casa”. E sticazzi hai tirato giù muri, hai cambiato pavimenti, ridipinto pareti, rifatto cucine e salotti… chiamiamoli pochi interventi mirati. Alla fine ti danno anche la lista della spesa. Cioè dei costi. Madonna metterei casa in vendita per finta pure io solo per farmi venire a fare i lavori. Quando ho visto sta cosa a tavola con Luciano e Caterina, c’è stato un momento di disgusto totale nel vedere il lampadato che indicava di mettere del PVC in bagno. “Ma quello è un coglione”, “Ma non si fanno ste cose, è proprio un milanese!”. Ci sono delle volte che mi fanno spaccare quei due.

Su questa scia ci sono Enzo e Carla, che fanno sto programma “come cazzo ti vesti?”. Forse non era proprio così. Comunque Carla è una bella donna che si tira appresso sto odioso fighetto che mi da l’idea di esser di quelli che al liceo quando c’era da fare educazione fisica guardavano la classe con aria di sufficienza per poi dire “e io dovrei sudare?”. Ecco. Mi sta enormemente sulle palle e mi fa l’effetto di Capezzone. No vabbeh non proprio così, un pò di meno. Meno male però che c’è Carla. Allora loro due ascoltano i disperati appelli di mamme, fidanzate, amiche, amici, fidanzati, parenti, zii, cani, gatti, testimoni scomodi, che chiedono che un tizio o una tizia in ballo possano avere un rinnovo del look. Insomma immaginate i vostri amici che vi infamano di brutto alle vostre spalle e vi mandano a casa questi due che hanno la pretesa di insegnarvi come ci si veste, vi danno una carta di credito da millecinquecento euro e vi dicono “ora andiamo e compriamo cose fighe per te”. Cose inquietanti. Penso che se io finissi in uno di sti programmi farebbero prima, invece del bidone in cui buttano la roba, a portarsi un inceneritore a casa mia. Allora ti spiegano che c’è un vestito da mattina, uno da pomeriggio e uno da sera. Io già ho problemi solo a prender le mutande dal cassetto, andiamo bene. Quindi poi a fine puntata c’è il rendez vous finale con tanto di lacrimoni, pianti, vari “ora sono una persona meglio”, uomini che dicono “ora mi sento più donna” e donne “ora mi sento più uomo” e robe così. Ti dicono anche quanto spendono per ogni abito. Ecco. Io quello che loro spendono per UN abito… credo di non spenderlo in un anno per vestiti.

Sempre il tizio odioso, lì, Enzo, fa anche un programma in cui ti organizza il matrimonio. Giuro, un calcio nelle palle. Anche lì si trascina dietro un tale, chiamato Angelo, che pare uscito da un film di Richard Gere, ma senza Richard Gere. Insomma questi due si sbattono come due formiche cercando di pianificare, fare, disfare, ti dicono come scaccolarti sull’altare, come scoreggiare durante il pranzo e tutte queste cose altamente utili. Inoltre ti porgono anche i fazzoletti. Spettacolo.
Io scapperei dai matrimoni organizzati così, un bel trionfo dell’apparenza. Vabeh. Non facciamo polemica che ora parlo di una delle mie preferite.

Ecco allora invece mi fa spaccare “Ti dipingo casa di brutto e ti insegno un fracco di robe”. A condurlo è Barbara. Barbara ha praticamente incollata al corpo una salopette bianca con le stesse macchie di vernice. Probabilmente è cresciuta con lei e probabilmente da quando l’ha indossata macchiandola, non ha mai più fatto macelli. Cosa fa Barbara? Ti insegna come costruire un termoreattore nucleare partendo dal tuo vecchio set di tazzine da tè. Ecco. E’ come un art attack per adulti. Insomma ti fa decorare i mobili, cazzi, palazzi e sopratutto si porta dietro dei simpaticoni, degli special guest con cui fa sempre queste cose politically correct tipo: ricicliamo, usiamo la natura ecc ecc. Che sono anche fighe, non fosse che a fare le cose con le piante c’è sempre Daniel Fonseca (cioè secondo me è LUI), che ogni due per tre ti dice “prendiamo questa cosa, potrebbe essere divertente”. Cazzo. Ma cosa c’è di divertente nel piegare la foglia di una pianta? Ti ammazzi dal ridere quando cucini l’insalata? Però Barbara è simpatica, tutta lì timidosa che non sa bene da che parte girarsi con la telecamera puntata addosso.

Ci sono anche tutte le cose legate alla cucina, quindi c’è il cuoco stronzo che va in giro per i ristoranti degli USA infamando i gestori. Gli dice “tu non sai fare un cazzo, mò ti mostro come si fa”. E zam, vedi che in una settimana cambia il menu, insulta tutti, fa sta cosa molto ammeregana tipo “io sono il Chuck Norris della cucina e tu chi cazzo sei?”. Ecco. Nella versione italiana invece prendono due poveri cristi e li mettono a fare gli chef in un posto, avendo un tot di tempo per preparare la cena. Questi schiumano e sclerano e alla fine vengono giudicati. Ma il meglio sono i tre, fra cui lo chef Borghese, che fa molto ridere perchè sembra uscito da un’action figure di un manga, che nel programma “Vengo a casa tua ti giudico la casa, le maniere e sputo pure nel piatto in cui mi dai da mangiare”, appunto, vanno a casa di due concorrenti che si devono adoperare per farli sentire a loro agio in occasione di una cena. Grossi sbattoni e paranoie. Si chiama comunque “Cortesie (e quattro schiaffi) agli Ospiti” o qualcosa del genere.

Ma ora concludo con la chicca. Perchè qui dovete reggervi forte.
Allora invece su “Cielo” fanno questo programma sul sesso: “Becchini che incombono su di te e ti insegnano a bombare”. In realtà non credo sia quello il titolo, fatto sta che ci sono sti due psicologi del sesso (cioè “psicologo del sesso”, fantastico) che intervengono presso coppie in crisi di bam bam per vedere e cercare di capire il problema. A parte che emerge il dato inquietante di come la gente non sappia un cazzo. Ma non tanto sul sesso quanto sul proprio corpo. Ma cazzarola ma ti viene da dire “ma dove sei stato fino a ieri? ma lo sai cos’hai là sotto?” la risposta è purtroppo “no” in molti casi.
Allora ci sono i due becchini, perchè sono sempre vestiti di nero e parlano a sti beoti che non sanno come si tromba con un piglio obliquamente inquietante, anche morboso, infinitiva deviato. La tizia ha sempre quest’aria di senso di colpa latente nel parlare di certe cose, mentre il tizio si dota dei peggio gadget per spiegare le cose. Presente quelli che “ma ti devo fare un disegnino?” ecco lui bypassa tutto e ti porta direttamente cazzi, fighe e tette di gomma e ti spiega tutto quanto con io che conficco le unghie nel divano. Poi danno ai tizi in questione mille esercizi da fare (che poi alla fine li riciclano, diciamocelo) e così imparano a bombare. Che brutte cose. Non pensavo si dovesse andare a scuola anche lì.

Ah in realtà c’è ancora il programma del tizio che fa il chirurgo estetico, ma quello non ve lo racconto perchè quando l’ho visto ha spaccato il naso di una per rifarglielo e mi ha fatto molto schifo.
Non potevo far a meno di guardare.

Maledetta tivvù!

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