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12 Giugno 2012
Ricordati di comprare il Pane

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Ricordati di comprare il Pane

Mi chiamo Francesco, Francesco Zenoni. Ho trentasette anni e, beh, non mi ricordo le cose. “Certo”, direte voi, “Con il mondo ormai ridotto a ritmi frenetici, alimentati da ponti, cavi, fili e corde virtuali che ci uniscono, stringono, avvinghiano fino a soffocarci, è anche normale avere qualche dimenticanza”. Ma non nel mio caso. No.
Marta me lo ripete sempre, me lo ripete mille volte, me lo ha sempre ripetuto: “Il tuo è un caso patologico, ma io ti amo così come sei”. Povera lei, quante ne ha dovute passare a causa del mio problemino. Marta è mia moglie. Il giorno delle nostre nozze, quello me lo ricordo, mi sono dimenticato le scarpe. Nel senso che fino a quando non mi è stata fatta notare la cosa, io già lanciato nei saluti dei vari parenti ben assortiti fra i banchi della chiesa, calcavo i minuti di quello che dicono essere uno dei giorni più belli della vita di una persona scalzo.

Il mio mestiere è fare il professore. Non ridete. Dico sul serio. Sono un professore di Storia e Filosofia. Vi prego non ridete, anche se fa un pò strano. Io tutte le date, gli eventi, le storie, me le ricordo bene. E’ con le piccole cose di ogni giorno che faccio una fatica tremenda. Al primo appuntamento con Marta, me la sono dimenticata fuori dal ristorante. Semplicemente le ho detto “aspettami qui, vado a prendere la macchina”. E arrivato alla macchina ho messo in moto e stavo tornandomene a casa. Lei ha capito che non era una cosa fatta di proposito e io ho capito che l’avrei sposata.

E ora sono qui. Intendo qui fuori. E’ estate, le scuole sono chiuse e quindi ho molto tempo. Mi piace andare a leggere ai giardini vicino casa, solitamente viene con me Brodo. Brodo è il nostro cane, un bastardino che abbiamo preso in canile e che ha imparato anche lui a convivere col mio piccolo problema. Anzi si può dire che con Marta abbia costituito un vero e proprio fronte comune per impedirmi di dimenticare le cose. Brodo non me lo sono mai dimenticato, anche perchè si è sempre preso la briga di farsi sentire in maniera piuttosto convincente e rumorosa.

Brodo questa mattina non c’è. Perchè? Non lo ricordo. Ah si ma certo, non c’è perchè Marta l’ha portato a lavoro, è ovvio. Io sono stato investito del mio compito giornaliero. Questa è stata un’idea di Marta, supportata dallo sguardo severo di Brodo: ogni giorno avrei dovuto avere un’unica cosa da NON dimenticare nella maniera più assoluta. “Prendilo un pò come i compiti che dai da fare ai tuoi ragazzi”. Già, un compito. Il “Compito”, d’estate, si ritraduce quasi sistematicamente in un “ricordati di comprare il pane”. Ecco. Io quindi divento l’uomo del pane e credetemi, ogni giorno svegliarsi con quell’idea fissa ti fa sentire come un concentrato equilibrista in bilico su un filo senza rete di protezione.

Una sconfitta potrebbe essere la mia Caporetto. O almeno in alcuni momenti io me la vivo esattamente così. Addirittura un giorno, preso dalla determinazione a non dimenticarmi il piccolo compito, mi sono presentato alla panetteria a tre isolati in pigiama, col cane che scodinzolando emetteva ululati di approvazione. Questa piccola cosa è per me il simbolo della fiducia che Marta ha verso di me. Non tradirei mai la sua fiducia per nulla al mondo.

Oggi però è veramente strano, sono uscito di casa, Brodo non c’è e sappiamo il perchè, faccio i miei isolati e. Non ricordo. Sono veramente disorientato. Ho la borsa del pane a tracolla, quindi il pane c’è, anche oggi ce l’ho fatta, sento l’invitante e fragrante aroma della pasta appena sfornata che fa gorgogliare per risonanza il mio stomaco. Eppure mi sono dimenticato qualcosa. Mi assale per un attimo il terrore di aver dimenticato il gas aperto. Un classico intramontabile, direte voi. Ma no a quello ci pensa Marta, non ho capito come ma ha fatto installare un piccolo “salvavita” in caso di fughe strane. Vivere con me non deve essere oggettivamente facile.

Ma cos’è che ho dimenticato? Ripercorriamo le tappe: sveglia, colazione, saluto Marta, sistemo alcuni documenti per la scuola, esco, panetteria, pensieri pensieri pensieri. Niente. Buio. Cosa dovevo fare? Dopo il pane dico, maledizione è impossibile, son impalato per strada a rimuginare su qualcosa che ho appena fatto. La gente mi passa di fianco e io inizio a sentire vampate di caldo in viso. Capita sempre così, mi sembra di essere al centro di un meccanismo che converge a farmi sentire ridicolo davanti a tutti. Occhiate. Sono occhiate quelle? Guardano me? Che faccia idiota che devo avere. Ma stanno guardando veramente me? No ecco ah ma sono impalato davanti ad una bacheca di affissioni pubbliche, che idiota, guardano quelle.

Si ma rimane il problema, sono qui e ho dimenticato qualcosa, non capisco proprio cosa e…
E..
E poi guardo anche io la bacheca, la guardo e capisco. La guardo e ricordo.

“Francesco Zenoni, di anni 37, la famiglia si stringe al dolore della moglie Marta, il funerale si terrà alle ore 11.30 nella Chiesa Parrocchiale”

Sono morto due giorni fa. L’avevo dimenticato.

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