In questo momento questa signora sta dando il suo lungo addio alla distanza che l’ha fatta entrare nella storia dello sport e dell’atletica. Un addio lungo 42km e 195m nella “sua” Londra che l’ha vista segnare nel 2003 il record del mondo di maratona femminile, un 2h15’25” che nessuna è mai più riuscita neanche solo ad avvicinare.
Questa signora quando correva su pista la si poteva riconoscere per l’andatura sgraziata, per quel suo tirar su e giù la testa da locomotiva umana. Questa signora ha vinto tutto o quasi in maratona, i giochi olimpici le sono sempre stati preclusi e ancora ricordo il grande, enorme dispiacere nel vederla fermarsi ad Atene 2004, in lacrime, con il tendine del piede sinistro che le settimane prima già le diceva “non partire neanche”.
L’anno dopo questa signora si è presentata ai mondiali di atletica. Ha preso ed ha corso da sola una maratona tutta sua, contro gli infortuni, contro il vento che soffiava contrario, contro se stessa. Davanti dal primo all’ultimo metro di quel campionato del mondo.
Questa signora oggi corre la maratona di Londra, lo fa per salutare la gente, per salutare la distanza. Non correrà forte, fino a gennaio non riusciva a correre per 45minuti filati, sempre per quel famoso tendine, ma lo farà perchè è stata ed è la Storia della maratona.
Questa signora si chiama Paula Radcliffe e io la ringrazio, perchè è un’ispirazione.