Dunque dunque dunque. Anche stavolta mi sono fatto fregare, anche stavolta sono arrivato al libro dal film: “The girl with all the gifts”, che, al solito, rende sicuramente meglio della sua trasposizione in italiano. “La ragazza che sapeva troppo”, infatti, non solo non ha molto senso ai fini della trama e/o della narrazione, ma non c’entra veramente nulla con qualsiasi idea che ci si possa fare di Melanie. Chi è Melanie? La protagonista, ovvio.
Ma fermi tutti. Già dal film ho pensato subito: ma che è successo? Han scritto una storia su quella gran bomba narrativa che è “The Last of Us“? Siccome sono ancora di quella old school che rifiuta immediatamente l’idea che un videogioco (seppur veramente monumentale) possa aver ispirato un libro, sono andato a confrontare come prima cosa le date.
E… sentite un po’: il libro è postumo rispetto al titolo uscito dalla casa Naughty Dog. A scanso di equivoci voglio subito precisare che la storia raccontata nel videogioco avrebbe SICURAMENTE meritato non solo un libro ma anche un film (del quale da vari rumors si dice ci siano sviluppi).
Ma torniamo al libro: storia simple and plain. Distopico, in un futuro in cui l’intera umanità si trova a combattere contro un’infezione funginea (The Last of Us) che fa diventare tutti quanti dei proto zombie (The Last of Us). La salvezza pare arrivare da bambini e da una in particolare: Melanie (The Last Of Us), che seppur infetta riesce a dominare l’istinto che annulla la coscienza. Nel percorso che la porterà da una fredda cella di un laboratorio militare alla fine della storia, Melanie incontrerà sulla sua strada nell’ordine: un’insegnante di cui si innamorerà perdutamente, un capo militare a cui farà cambiare idea su ciò che lei è e, sopratutto, una sorta di scienziata pazza pronta a sezionare cervelli per capire come venire a capo di un vaccino (The Last of Us).
Sincero: mi aspettavo di più, molto di più. Il libro è ben scritto, la storia scorre ed è piacevole, i personaggi ben caratterizzati, ma non ci si riesce a levare dalla testa la sensazione di assistere ad una sorta di fan fiction di, indovinate un po’? THE.LAST.OF.US.
Di cui viene presa proprio l’idea cardine originale, per svilupparci attorno una storia dalle sfumature sì vagamente diverse, ma neanche tanto.
Mano a mano che scorrevo le pagine il mio entusiasmo iniziale è diminuito, assestandosi sui livelli che conosco bene, quelli che fanno accendere la spia della mia “modalità stoicismo” per finire un libro.