Neil Gaiman, un libro con una cartellata di racconti, la mia voglia di spegnere il cervello per farmi raccontare quelle storie come solo lui sa fare. Cosa potrebbe andare storto? Sarebbe stato bello poter dire “nulla, nulla può andare storto”.
E invece no. Proprio perché stiamo parlando di Gaiman, proprio perché l’asticella per me l’ha alzata a livelli veramente “Sotomayor levati proprio”, tutti questi racconti sono un alternarsi di chiaroscuri in-e-out continui. La fine di alcuni lascia proprio un po’ disorientati e perplessi. E non parlo di quel “disorientati e perplessi” che chi conosce il buon Neil (ormai possiamo darci del “tu”) interpreterebbe in maniera positiva. Intendo proprio quella sensazione tipo David Lynch che entra con una maschera di iguana con sotto una maschera di zebra con in mano uno sturacessi e ai piedi delle Balenciaga con cui inizia a cercare merde da calpestare mentre annusa svogliatamente delle margherite, tre per la precisione, di cui una appassita.
Ecco. Perché?
Lo ammetto, lasciare alla fine un bello spin-offone sul vecchio Shadow Moon, beloved protagonista dello stupendo American Gods, è una mossa da maestro. Una sorta di captatio benevolentiae al contrario che ti fa subito alzare gli occhi al cielo e dire “brutto adorato stronzone, well played, bravo”. Ma per quanto mi mancasse l’universo di Shadow, lasciato alla fine del libro di cui sopra in esistenzialistico cammino verso l’infinito e oltre, io mio animo da sciura-commare viene soddisfatto ma non dimentica tutto il resto.
Un resto fatto di racconti in cui si riconosce l’anima volutamente perturbante, ma che in diversi casi non arrivano ad una conclusione che faccia tirare bene le fila della “situescion-comedy”. Ci sta, eh, che qualcuno mi venga a dire: “Ma minchione®! È claro como el sol che Gaiman vuole sia il lettore ad unire i puntini della Settimana Enigmistica hardcore edition che ti ha appena sottoposto!”.
Ma a questo punto io direi a questo qualcuno: “Sei solo una insistente voce nella mia testa! Zittisciti immediatamente prima di subito o mi toccherà tornare a prendere le medicine!”.
Scherzi a parte, penso ci sia un limite umano oltre il quale un autore più che cercare il coinvolgimento attivo del proprio lettore vada a sfociare nel più bieco “non sapevo che cazzen stavo facendo, la pasta stava diventando colla sui fornelli, avevo da infornare la pizza ed ero pure in ritardo perché dovevo ancora fare la doccia e in tutto ciò dovevo ANCHE finire un racconto in maniera sensata? No way!”.
Ecco, diciamolo chiaramente. Perché se è vero che reputo Neil Gaiman una delle più belle sorprese e scoperte letterarie dei miei ultimi anni, è anche vero che quando una cosa non funziona, beh, non funziona. Ovviamente per me, s’intende, che ormai esigo da Gaiman livelli altissimi e solo tutti “10” in pagella e che si lavi i denti prima di andare a dormire e non mi faccia preoccupare i fine settimana se esce con gli amichetti.
Un bel libro per passare il tempo, non un libro che si fa divorare ma quando hai fame va sicuramente bene perché contiene tutti i nutrienti di base adatti ad una sana colazione multivitaminica.
Insomma dateci un morso e poi vedete un po’ com’è!