Partire.
Una semplice parola che sottende un distacco, uno scollamento forzato dalla routine quotidiana di tutti i giorni. Le partenze sono questo: per grandi o piccole che siano finiscono per racchiudere in un gesto il concreto atto dell’inserimento di una parentesi all’interno di un periodo verbale scandito da virgole, punti esclamativi, punti interrogativi, punti e basta.
Immaginario tunnel o galleria mentre stai guidando verso il tuo futuro. Poco prima il sole ti stava accecando e in un attimo “bam” ecco che il tuo iride si trova a dover ricalibrare tutta la quantità di luce, tu procedi con lo stesso incedere di prima ma l’iniziale senso di smarrimento e quasi stupore, per quanto non inaspettato, ti coglie sempre. Ti coglie perchè cambia le condizioni.
E partire è proprio questo: cambiare le condizioni del tuo sistema-mondo.
Ho preso treni in questi ultimi anni, ho traslato la mia routine attraverso il setaccio di molte micro esperienze che mi hanno portato lontano da molte cose sia in senso fisico che in senso lato. Eppure proprio alla vigilia di una partenza, questa partenza, qualcosa mi sorprende, come all’ingresso della galleria di prima, qualcosa mi spaventa.
Partire cambia le cose, cambia il tuo sistema di vederle, cambia il tuo punto di vista, mentre sai anche bene che non ne cambierà mai molte altre. Allora ecco l’idea della paura di lasciare quel che hai qui, quasi ciò che ti contorna fosse una comoda coperta di Linus a cui ti sei abituato.
Eppure sai benissimo che le coperte non hanno senso di esistere, eppure sai benissimo che partire, sopratutto in questo caso e non solo per te, è un qualcosa di cui c’è il viscerale bisogno per cambiare.
Ho paura di questi quindici giorni e lo ammetto, ho paura perchè non sono un coraggioso, perchè so che molte cose cambieranno e voglio che cambino. Ho paura perchè tasto con mano come grazie al cielo la vita non sia una scienza matematicamente esatta, la matematica è fatta per rassicurare la gente e io ho sempre preferito l’infinito spazio delle possibilità dell’immaginazione.
Partire è fare un passo per capire cosa succederà quando finirà la galleria, un pò per farti trovare pronto, un pò per ingannare l’attesa. Ci sono molte sfaccettature attorno a questa semplice parola e il fatto che come sempre mi affiderò ad un piccolo diario mi rassicura, mi fa pensare che un pezzo di ognuno di noi, nella galleria, c’è sempre… e scegliamo noi chi portarci.