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27 Aprile 2006
La Teoria dell’Idola

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La Teoria dell’Idola

L’altra sera ho intrattenuto un’interessante discussione nella quale è rispuntato fuori il concetto di idola, me ne sono un pò stupito sinceramente e l’ho fatto per vari e svariati motivi.
Questo post potrebbe assumere dei connotati pseudoseri e pseudoprofondi e la cosa mi piace, decisamente, quasi quanto quella pagina di proverbi e detti popolari piemontesi nella quale mi sono imbattuto l’altro giorno… MA… primaditutto l’idola.
Secondo la filosofia contorta e bulleggiante di Bacone (o Sir Francis Bacon che dir si voglia) infatti gli idola erano dei pregiudizi dai quali l’uomo si doveva liberare per poter abbracciare la piena conoscenza. Ma ciò di cui parlo io invece ha connotati un pò diversi… cioè forse non troppo, alla fine ho teorizzato questo mio concetto di idola come l’idealizzazione, in una persona, di tutto ciò che per ognuno di noi potrebbe essere l’aspetto idealizzato dell’Amore (non quello che fa rima con cuore, motore e cantautore neh). In pratica quella persona un pò simile alla Beatrice di Dante (ma come sono colto), quella persona che arriva a rappresentare un pò forse l’essenza della convinzione adolescenziale dell’amore vero (sempre che si sia così fessi da pensare a certe cose a 12 anni…), insomma una grande sega mentale.
Perchè quindi l’idola esiste? Non si sa, forse per dar manforte a chi pensa che nella vita non ci sono solo trombate e limonate (che comunque, per inciso, non sono da disprezzare invero!) e quindi si ruita nella propria autocommiserazione di single maledetto dalla croce dei sentimenti profondi (E qui ci starebbe un qualcosa di profondo come “fossa delle bermude”). Se il pathos e la crescente tensione non vi hanno ancora fatto fuggire allora vuol dire che la questione dell’idola vi è davvero interessata… eppure c’è una fine anche per l’idola (e questa è la brutta parte della storia) a volte basta poco per farlo scomparire, basta rendersi conto con una parola che alla fine, grazie al cielo, anche quella persona è umana ed allora si giunge ad una nuova consapevolezza: quella che non so quale sia questa consapevolezza. Probabilmente devo trovarmi una thonna, è questo il punto. Cosa difficile ma non dispero poichè il proverbio dice:

A l’è mac le muntagne c’a s’ancuntru nen
(trad: Solo le montagne non s’incontrano mai)

Noi piemontesi ne sappiamo una più dei cinesi e dei giapu messi assieme!

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