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30 Agosto 2015
Il vangelo secondo Biff

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Il vangelo secondo Biff

Come sarebbe stato sentire la storia di Gesù raccontata direttamente dal suo migliore amico? E’ il punto cardine del romanzo (sottolineato più volte) di Christopher Moore, che presenta la versione di Levi detto Biff, vissuto a fianco del Messia a partire da quando ne fa conoscenza a sei anni (con un Figlio di Dio intento a giocare a riportare in vita le lucertole uccise dai suoi fratellini) fino alla sua tragica morte sulla croce.

Personalmente penso che, come sempre, quando si tratta di temi per i più “delicati” come quello delle figure religiose, si possa correre il rischio scontato del cadere tanto nel banale e nel volgare (andando ad urtare la sensibilità di una parte di persone) quanto del produrre un qualcosa che, per usare un eufemismo, viaggia “chiappe strette e spalle al muro” con una narrativa forzatamente indirizzata al voler salvare capra e cavoli. Moore presenta il suo libro come un testo umoristico, facendolo aprire da una ben articolata prefazione in cui sceglie di giocare a carte scoperte con il lettore, proprio per non precludersi nulla e rimarcando il fermo intento a voler proseguire su una strada che vada esattamente in mezzo ai due confini sopra menzionati.

La storia è una bella storia, raccontata da una persona che si è documentata per scriverla e capace di dipingere un mondo così lontano dal nostro immaginario in una maniera ironica ma anche molto molto toccante. Ci ho visto un po’ di Saramago e del suo “Vangelo secondo Gesù Cristo” nel personaggio di un Messia alla ricerca del suo destino, con la consapevolezza sì dell’essere il Figlio di Dio ma con l’altrettanto banale ma efficace domanda che si pone “E quindi? Che dovrei fare?”.

Gesù e Biff viaggiano, affrontano avventure con meravigliose iperboli che da un lato fanno sorridere nella loro sfacciata semplicità, dall’altro fanno riflettere e (almeno a me) interrogare il lettore. La ricerca della consapevolezza attraverso tre grandi saggi, il venire a contatto con filosofie, religioni e pensieri diversi: questa è la formazione che il giovane Gesù si carica sulle spalle nel suo cammino, potendo contare sulla battuta pronta di Biff, che si definisce l’inventore stesso del concetto di “sarcasmo”.

Non si tratta della storia delle religioni, non si tratta di avere dei preconcetti dietro al prendere in mano una storia che si apre con un Biff incazzato nero con l’angelo Reziel che lo resuscita e lo obbliga a scrivere un vangelo. Si tratta semplicemente dell’accettare l’idea di lasciarsi raccontare una favola, secondo me una favola, che contiene tanti spunti interessanti e cose buone nei messaggi che lascia.

Penso che quando un libro riesce a farti porre delle domande e riesce a farlo con un sorriso, beh, non ci sia altro da aggiungere se non “chapeau”.

“Che c’è” chiese lui. “Cosa?”, “Maestro, tu stai camminando sull’acqua” disse Pietro. “Ho appena mangiato” rispose il Messia. “Bisogna aspettare un’ora prima di entrare. Potrebbero venirmi i crampi. Che c’è, nessuno di voi ha una madre?”


Cavallo Pazzo

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